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  • Advice
  • by Paola Catalano
  • 25 Settembre 2023

    Prima di parlare di Disbiosi, cioè dell’alterazione quali/quantitativa del microbiota intestinale, bisogna soffermarsi un attimo sul microbiota stesso.

    Per microbiota si intende la popolazione di batteri e altri microrganismi, oltre 500 specie diverse, che popolano l’apparato gastrointestinale e che svolgono svariate funzioni fisiologiche indispensabili alla vita, che vanno dal ruolo attivo nella regolazione delle funzioni gastrointestinali, degli organi annessi come il fegato, del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale, e della cute. Un intestino in salute è quindi indice di salute generale dell’organismo.

    Dall’organismo umano il microbiota trae nutrimento per la propria sopravvivenza e proliferazione, mentre i prodotti del metabolismo batterico (come vitamine e acidi grassi a catena corta) influenzano favorevolmente numerose funzioni metaboliche e il benessere dell’intero organismo. Il microbiota sano, inoltre, protegge l’intestino dalla proliferazione di batteri patogeni e contribuisce a migliorare lo stato della mucosa intestinale e la reattività del sistema immunitario.

    Disbiosi intestinale: cos’è?

    Vi sono alcuni fattori in grado di alterare l’ecosistema batterico dando origine così alla Disbiosi intestinale. Tra questi fattori i principali sono: l’aumento di carica di batteri o di altri microrganismi potenzialmente patogeni con la conseguente alterazione della carica dei batteri più utili, le diete squilibrate, l’utilizzo di alcuni farmaci come antibiotici e lassativi e diverse patologie sistemiche.

    Se la Disbiosi intestinale perdura nel tempo, si possono instaurare anche importanti squilibri nella funzionalità della mucosa intestinale e del sistema immunitario a essa associato, o sistema linfoide associato alle mucose (GALT).

    Le disbiosi intestinali lievi non sempre danno luogo a sintomi particolari oppure possono causare disagi così modesti da essere trascurati o genericamente riferiti a problemi di “cattiva digestione”. Quando lo squilibrio della flora batterica intestinale è più marcato, però, la funzionalità gastrointestinale ne risente in modo significativo, creando disagi di vario tipo per periodi più o meno prolungati e con possibili ripercussioni sulla salute generale dell’organismo.

    Quindi davanti a una condizione di:

    meteorismo;
    gonfiore addominale;
    flatulenza;
    malattie dell’epidermide;
    malattie virali;
    Candida;
    problemi di digestione;
    vaginite recidivante;
    Herpes simplex;
    stitichezza cronica;
    frequenti diarree;
    costipazione alternata a evacuazioni;
    osteoporosi;
    reumatismi;
    insonnia;
    ritenzione idrica;
    obesità;
    difficoltà a perdere di peso con le diete

    è di assoluta importanza eseguire subito il test per la Disbiosi, solo così si può avere un’istantanea sulle condizioni del tratto intestinale che subisce in misura maggiore lo squilibrio della flora batterica.

    Test per la Disbiosi intestinale

    Vi sono diversi esami di laboratorio per verificare la presenza di Disbiosi. Il più sofisticato tra questi è lo studio del microbiota intestinale e del suo genoma. Questo test si effettua su un campione di feci in laboratori specializzati. L’interpretazione di questi dati richiede competenza specifica.

    Il più semplice è il Disbiosi Test che si effettua attraverso l’esame delle urine. È un esame che va a dosare lo scatolo e l’indicano, due sostanze che, se presenti ad alti livelli nelle urine, possono indicare proprio la presenza di Disbiosi.

    Presso i nostri laboratori di analisi è possibile effettuare entrambi i test.

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